
Oggi vorrei parlarvi di luoghi fuori dal tempo, che ho conosciuto quasi per caso mentre programmavo il mio viaggio per Corfù, una delle isole della Grecia appartenenti all’arcipelago delle isole Ionie.
Non so voi, ma io quando decido di visitare un Paese, la prima cosa che faccio è munirmi di carta geografica per vedere dove sono situate le località che, a parer mio, sarebbero interessanti da esplorare.
Ed è proprio mentre analizzavo il tratto nord occidentale della costa corfiota, quello compreso tra Sidari e Agios Stefanos, che mi sono imbattuta in delle piccolissime isole che hanno solleticato la mia curiosità.
Isole in un’isola, mi sono detta sorridendo. Mi dava l’idea di avere a che fare con una matrioska costituita da mare, terra e cielo, che ogni volta che si liberava dallo strato più esterno riusciva a sorprendere.
Il piccolo arcipelago da me individuato sulla mappa ho scoperto essere quello delle Diapontie, che comprende diverse isolette tra le quali spiccavano quelle di Erikoussa, Mathraki e Othonoi.
Mi è bastato leggere poche righe che le riguardavano per spingermi a trovare il modo di recarmi sul posto. E ci sono riuscita!
Ad Agios Stefanos ho trovato una piccola imbarcazione che portava a Othonoi. Non era esattamente uno yacht extralusso, più che altro dava l’idea di una nave mercantile di dimensioni lillipuziane, dove bisognava viaggiare stipati tra merci di vario genere.
Decido comunque di affrontare la traversata, un po’ perplessa per la peculiarità del mezzo di trasporto che, tuttavia, non mi impediva di osservare i panorami affacciata al parapetto del ponte.
E il miracolo è avvenuto quasi subito; il mare mi ha rapita col suo blu e col profumo di salsedine che arrivava forte alle mie narici, e, mentre guardavo l’orizzonte, mi ha fatto il più bel regalo che potessi avere: tre splendidi delfini giocavano tra le onde riempiendo con la loro allegria acqua e cielo. Decisamente la mia gita non poteva cominciare in modo migliore!
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Storia delle isole Diapontie
La croce bianca sull’isola di Othonoi racconta un pezzo della storia di questo arcipelago oggi semideserto. Fu eretta per commemorare il massacro della popolazione isolana ad opera della flotta di Barbarossa. Correva il 1537 e per quasi quarant’anni più nessuno abitò queste isole.
Solamente in seguito alla sconfitta dei pirati, dopo la battaglia di Lepanto, qualche timido accenno di ripresa di ripopolamento interessò Fanò (altro nome di Othonoi), Mathraki e Erikoussa, senza portare comunque alla creazione di insediamenti numerosi.
Negli anni ‘60 il colpo di grazia a questi piccoli centri abitati fu dato dalla crisi economica, che portò intere famiglie ad emigrare in America. Oggi, in tutto, contano poco più di 1200 abitanti, la maggior parte dei quali concentrati su Erikoussa, conosciuta anche col nome di Merlera.
Eppure il loro territorio vide avvicendarsi importanti dominazioni, come quella ad opera dei Franchi nell’XI secolo e dei veneziani nel XII. Gli inglesi le conquistarono nel 1815 e le trasformarono in una sorta di luogo di cura per i soldati malati.
Finalmente nel 1864, insieme alle isole Ionie, entrarono a far parte del Regno di Grecia, al quale diedero un contributo importante in quanto molti nomi importanti della marina del Paese nacquero proprio sul loro territorio.
Geografia delle isole Diapontie
In tutto sono 12, ma una di esse, Saseno, vanta un passato travagliato che, nel 1947, l’ha portata a entrare a far parte del territorio albanese.
Si trovano a circa 15 miglia dalla costa corfiota, e rappresentano il lembo di terra più a occidente del Paese. Amministrativamente appartengono alla periferia delle Isole Ionie, che vede Corfù come capoluogo.
Tra le isole della Grecia sono quelle più vicine ai confini italiani, tanto che Othonoi può essere vista anche da Otranto nelle giornate più serene.
Sono il luogo perfetto per chi vuole vivere fuori dal tempo, sospeso in un’atmosfera di calma, silenzio e serenità.
Le uniche abitate sono Othonoi, Erikoussa e Mantraki, che mantengono comunque intatta la loro natura incontaminata che il progresso non riesce a intaccare.
Custodiscono tesori come la spiaggia di Aspri Ammos, famosa come dimora di Calipso e ritenuta una delle più belle del pianeta, e sono perfette per gli amanti del trekking che amano avventurarsi in sentieri inesplorati, o per chi ama perlustrare il mare.
Unico consiglio per i provetti marinai è di stare attenti alla rotta intrapresa: non si sa mai che una moderna ninfa sia in attesa di trovare il suo Ulisse.
Isola di Othonoi
Othonoi è la più grande delle isole Diapontie, quella che la mitologia vuole identificare con Ogigia, patria di Calipso, anche se in realtà le coordinate geografiche di quest’isola leggendaria non sono ancora state definite. Noi italiani la conosciamo anche col nome di Fanò.
È tutta un susseguirsi di candide scogliere, ammantate da foreste e pavimentate da spiagge incantate. La più conosciuta è quella di Aspri Ammos, raggiungibile solo via mare in quanto si trova ai piedi di un dirupo.
La baia che la racchiude, denominata baia di Calipso, è movimentata da archi di pietra e grotte, tra le quali troviamo la mitologica grotta dove, secondo il mito, Ulisse venne stregato dalla bella ninfa: si dice che al suo interno il mare paia cantare.
E in effetti tutto canta a Othonoi: le onde accarezzano con la loro nenia il bianco/dorato delle spiagge, il vento riempie col suo sibilare le fronde di ulivi e cipressi, la ricchezza della natura stessa pare essere un canto di ringraziamento al creato che si esplicita con una ricchezza faunistica e floristica che interessa sia i fondali che la terraferma.
Unico segno della presenza umana sul suo territorio sono i piccoli assembramenti di case sparsi tra i boschi dell’entroterra, che prendono il nome dalla famiglia che li abita, e il piccolo centro abitato di Ammos. Quest’ultimo si affaccia su un porticciolo ed è costituito da poche case e dalla chiesetta risalente al 1892 dedicata a Agia Triada.
Qualche kafeneia, due minimarket, alcune taverne tradizionali e pochissime strutture adatte e trasformate in pensioni che offrono alloggio ai turisti: è tutto ciò che l’isola in termini di servizi mette a disposizione di chi decide di visitarla.
Isola di Erikoussa
Erikoussa o Merlera, come veniva chiamata in passato, è la più popolata delle isole Diapontie, e pare prenda il nome dall’erica selvatica che qui ricopre enormi estensioni colorandole di rosa e viola nel periodo della fioritura.
La morfologia del suo territorio ricorda molto quella della vicina Sidari.
Tra le timide altezze che la caratterizzano si inseriscono bellissimi arenili; assolutamente degne di nota la selvaggia spiaggia di Brakini, situata nella parte est dell’isola, e la spiaggia di Porto, protetta dal verde delle colline e da importanti dune di sabbia.
Le acque che le circondano sono meravigliosamente limpide, perfette per chi ama praticare lo snorkeling. E infatti Erikoussa, ma in generale tutte le isole dell’arcipelago delle isole Diapontie, è molto frequentata dagli amanti di questo sport subacqueo, che possono davvero rifarsi gli occhi ammirando l’ambiente incontaminato che preserva; pesci, posidonie, delfini, tartarughe e persino foche monache hanno scelto di abitare questo angolo di mondo che spero nessuno si metta in testa di modificare.
Erikoussa conta in tutto 6 centri abitati non molto estesi. Il più grande e conosciuto è Porto, regno degli appassionati di barca a vela che qui attraccano per rifornirsi di cibo e altro.
Nonostante non la si possa definire un’isola turistica, nel suo territorio cominciano ad apparire le prime strutture ricettive moderne, che potranno pure essere molto apprezzate dai turisti, ma spero non arrivino mai ad intaccare l’anima vera del posto.
Isola di Mathraki
Tra le tre isole più conosciute dell’arcipelago, Mathraki è la più piccola, la più selvaggia e quella più vicina alle coste corfiote.
Nei suoi due chilometri di sabbia dorata fiorisce la semplicità dei gigli selvatici che respirano la salubre aria aromatizzata dalla fragranza degli ulivi, dei cipressi e della macchia mediterranea.
Tra le spiagge è quella di Portello la più conosciuta. La si può trovare semideserta anche a Ferragosto, eppure un timido principio di spiaggia attrezzata è possibile individuarlo nei pressi della taverna ad essa antistante, che mette a disposizione dei suoi avventori un esiguo numero di lettini.
Da qui può anche essere prenotato un passaggio per la disabitata isoletta di Diaplo, dove però si può ancora oggi ammirare la chiesetta di Agios Nikolaos, risalente all’epoca della dominazione veneziana.
Un’unica strada con percorso ad anello collega i pochi centri abitati dell’isolotto, dove, nonostante non vi siano grandi possibilità di soggiornare, può essere sempre individuata, se ci si muove con largo anticipo, qualche abitazione privata che mette a disposizione camere dove dormire.
Come arrivare alle isole Diapontie
Da Agios Stefanos, Sidari e Corfù città possono essere prenotati traghetti o imbarcazioni private che portano a queste isole. Le partenze, soprattutto dei traghetti, non sono giornaliere: bisogna quindi informarsi bene se si vuole tentare di mettere piede sulle isole Diapontie.
In realtà, per chi dispone di un’imbarcazione privata, sono a portata di remo anche dall’Italia: partendo da Otranto o da Santa Maria di Leuca possono essere raggiunte in poche ore, e se si pensa che ce ne vogliono comunque quattro per arrivarci dal porto di Corfù Town il compromesso è più che accettabile.